Risarcimento per chi è stato costretto a studiare o a lavorare in aule dove il numero degli alunni supera i limiti legali. Lo ha stabilito il Tar Lazio, con la sentenza 552/2011, accogliendo il ricorso proposto da un’associazione di consumatori.
Il caso
A seguito del recente fenomeno del sovraffollamento di svariati istituti scolastici pubblici, dove in diverse aule il numero degli studenti si aggira intorno alle 35-40 unità, il Codacons ha presentato ricorso al TAR, attraverso una class action proposta contro il Ministero dell'Istruzione e quello dell'Economia e delle Finanze.
I giudici di merito hanno in primo luogo osservato come l’“azione di classe” sia un mezzo idoneo a sollevare la questione relativa al sovraffollamento delle scuole pubbliche. Non solo. I giudici amministrativi, ravvisando l'inerzia dei Ministeri nel predisporre il piano di intervento sugli edifici scolastici pubblici, hanno anche condannato entrambe le Amministrazioni a provvedervi entro 120 giorni.
Infine, il Tribunale Amministrativo ha dichiarato che alunni e genitori, i cui figli sono stati costretti a studiare nelle cosidette “aule pollaio”, potranno chiedere un risarcimento fino a euro 2500 per danno esistenziale.
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