Contributi “obbligatori”? Evitare gli abusi e migliorare la comunicazione

Tempo di iscrizioni e le scuole tornano chiedere soldi alle famiglie. Però c’è modo e modo: non si possono imporre “tasse” e/o “contributi” obbligatori.
Il tema è tornato di attualità sulla stampa nazionale in seguito alle segnalazioni di abusi da parte del sito skuola.net.
Il quotidiano La Stampa, negli articoli del 22 e 28 gennaio scorso, ha intervistato il capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione per le risorse umane e finanziarie Giovanni Biondi, il quale si è espresso con molta chiarezza: “Chiedere un contributo limitato è legittimo. Ma le scuole non hanno alcun diritto di chiedere denaro in forma obbligatoria alle famiglie. Se le scuole chiedono ancora contributi in forma obbligatoria compiono un atto del tutto ingiustificato. Chi lo farà verrà segnalato dal ministero agli Uffici scolastici regionali perché si prendano i provvedimenti necessari per eliminare la richiesta”.
Sul sito del Ministero, è scritto altrettanto chiaramente che “eventuali contributi per l’arricchimento dell’offerta culturale e formativa degli alunni possono essere versati dalle famiglie solo ed esclusivamente su base volontaria”.
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