Il Manifesto intervista Benedetto Vertecchi, pedagogista e docente presso l’Università Tre di Roma: “Questo sistema educativo produce frantumazione sociale, prevale una logica aziendale che ci riporta indietro di decenni. E così ‘tecnicamente’ la scuola fallisce”.
“Ma se manca la politica, non si va da nessuna parte. La Gelmini non aveva la più pallida idea di cosa fosse la scuola, e il ministro Profumo, che una certa idea dovrebbe averla visto che si spaccia per un «tecnico» e ha fatto pure il professore, dimostra di non sapere cosa significa sviluppare un sistema scolastico che è sull'orlo del fallimento. Al massimo si limita a bombardarci di luoghi comuni.”
Il prof. Vertecchi sicuramente non lo manda a dire a Profumo per chi suona la campana, ma sui luoghi comuni che finora il ministro “tecnico” ha dilapidato è chiaro: “Spacciano la tecnologia come fosse la palingenesi della scuola, mentre altri paesi si stanno interrogando sull'invasività di internet nella vita dei ragazzi, ad uso e consumo delle grandi aziende, noi enfatizziamo un uso delle tecnologie che non ha niente a che vedere con la cultura. I paesi con i sistemi scolastici più avanzati stanno imponendo l'idea che il grosso del processo educativo deve passare attraverso l'esperienza nella scuola, togliendo forza all'utilizzo di quei feticci tecnologici che in realtà portano alla distruzione di un altro tipo di tecnologia nelle aule. Una volta nelle scuole c'erano strumentazioni chimiche e raccolte naturalistiche, oggi invece solo monitor.”
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