Quando l’ascensore sociale è guasto, qualcuno usa la scuola

Il governo ha stanziato fondi per consentire l’apertura straordinaria delle scuole che si trovano in contesti disagiati. Sembra una buona idea, anche alla luce di quanto indicano alcune ricerche sui risultati degli studenti con background svantaggiati. Restano da risolvere importanti questioni.
Una buona idea
Il ministero dell’Istruzione, con il decreto ministeriale n. 273 del 27 aprile 2016, ha stanziato 10 milioni di euro per l’avvio del progetto “La scuola al centro”. Il progetto, che prevede un successivo finanziamento di 150 milioni per il periodo ottobre 2016-dicembre 2017, permette l’apertura delle scuole ubicate in aree periferiche e in zone ad alta dispersione nelle ore pomeridiane e nel periodo estivo. Lo scopo è quello di consentire lo svolgimento di attività extracurriculari “come misura di contrasto alla dispersione, ma anche come risposta tempestiva e concreta ai fenomeni di disagio sociale che caratterizzano alcune aree del paese”.
L’iniziativa trova conforto anche in alcuni lavori di ricerca che mettono in luce l’effetto positivo delle attività extracurriculari sulla probabilità di rendere resilienti gli studenti provenienti da contesti svantaggiati.
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