Vengo anch’io. No, tu no. Alla festa dei lavoratori, fra pochi giorni, potrà partecipare soltanto una persona disabile su cinque. E forse il dato è per eccesso. Il tasso di disoccupazione supera l’80 per cento, e sono cifre vecchie, prima della crisi. Alle liste del collocamento mirato risultavano nel 2007 quasi ottocentomila potenziali lavoratori con disabilità.
Osservo il quadro di Pellizza da Volpedo, che risale al 1901. E’ ancora il simbolo più potente ed emozionante del movimento dei lavoratori italiani. Mi accorgo che vi sono uomini, donne e bambini, ma che logicamente neppure qui compare una persona disabile. Ai primi del Novecento tutto ciò era comprensibile, naturale. Ma è duro dover constatare che a distanza di oltre un secolo nelle parole d’ordine sindacali, nel dibattito delle categorie produttive, nell’agenda politica dei partiti, nel calendario del Governo, questo aspetto, che potrebbe essere fortemente innovativo ed equo, è praticamente assente.
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