Bologna. Al bar si parla la lingua dei segni

Ha appena aperto a Bologna il bar "Senza nome", il primo locale gestito da ragazzi sordi, a due passi dallo storico Mercato delle erbe.
«Il progetto è far confluire in questo spazio idee e concetti attraverso la sperimentazione artistica, la ricerca e il confronto di linguaggi differenti», dicono i due gestori Alfonso Marrazzo e Sara Longhi, tutti e due sordi. Nel locale in via Belvedere la comunicazione non verbale si sposa con quella visiva. Una volta varcata la soglia, infatti, si può ordinare in due modi: staccando dalla bacheca dell'Angolo del cocciuto i post-it su cui sono scritti tutti
i prodotti in vendita. Oppure cimentandosi con i gesti, quindi scegliendo di usare la lingua italiana dei segni. L'intero menù è tradotto con la Lis e chi sceglierà questa opzione sarà premiato con uno sconto sulle consumazioni.
di Andrea Rinaldi
(fonte: Press-In anno IV / n. 2815 - L'Espresso del 02-11-2012)

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