Bambini e malattie croniche. No alla loro “ghettizzazione” a scuola

E' quanto potrebbe accadere se passasse la proposta della burocrazia del Miur che vorrebbe inserire i bambini con malattie croniche nell'area dell'handicap e dei Bisogni Educativi Speciali. Allargare la schiera delle persone che hanno bisogni educativi speciali con bambini che questo bisogno non ce l'hanno significa ghettizzare questi ultimi e “annacquare” il peso delle vere necessità, dei veri “bisogni speciali”
Fino a qualche anno fa, quando a un bambino veniva diagnostica una patologia cronica come il diabete, l'asma, l'epilessia o altro, si aprivano scenari tragici sia per la famiglia che per il futuro scolastico del bambino. E questo non solo perché erano meno gestibili le cure (i farmaci “pediatrici” sono un approccio relativamente recente) ma anche perché il contesto intorno a quel bambino non era abituato ad interagire con questo tipo di problematiche.
 Poi, per vari motivi, quasi tutto è cambiato.
a) La scolarizzazione di massa ha consentito alla totalità dei bambini italiani di accedere alla scuola pubblica.
b) Per molti bambini con patologie croniche c'è stata la possibilità di affrancarsi dal domicilio grazie a farmaci più facilmente somministrabili (es. diabete, asma).
c) Conseguentemente a quanto sopra, un numero crescente di bambini con patologie croniche ha potuto frequentare la scuola.
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